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CONFINI E CONFINAMENTO

alehumanitas
Marzo 14, 2018
Pensieri

Solo ora forse, dopo alcuni mesi trascorsi dal periodo di lockdown di alcuni mesi fa che ha coinvolto tutti noi, possiamo provare a raccontare frammenti di vita in una delle nostre residenze, la Comunità Alloggio Protetta di Villa Bordoni.

Scelgo di raccontare alcuni aspetti, sicuramente parziali, di questa struttura, perché è l’unica nel nostro panorama a ospitare non solo vite umane, ma anche vite animali. Animali che fanno parte integrante della routine quotidiana, della famiglia, e che hanno permesso di essere e dare un significato diverso al lockdown.

In primavera abbiamo sperimentato il significato emotivo della parola “Lockdown” che vuol dire “confinamento”: abbiamo avuto a che fare con qualcosa che è andato oltre la semplice chiusura perchè ha portato con sé anche la chiusura tra le persone e delle persone entro dei confini psichici, oltre che fisico – spaziali. Il termine è composto da “to lock” (chiudere) e “down” (giù); siamo stati infatti rimasti “chiusi giù” dentro un mondo di paure e angosce che ci hanno reso più vulnerabili e fragili, ma anche forse più uniti, sebbene nella distanza, contro il “cattivo” rappresentato dal virus.

Dentro la chiusura da lockdown gli operatori hanno dovuto affrontare anche altre chiusure, altri confini: la mascherina di protezione che sancisce ulteriori confini e limiti, ossia quelli della comunicazione non verbale, canale invece così pregnante, normalmente, nella vita sociale e psichica di noi tutti e dei disabili in particolare. Abbiamo imparato a relazionarci l’un l’altro con metà della faccia coperta, confinata appunto.

Altre chiusure, altri confini, sono stati quelli del distanziamento sociale: le strutture residenziali sono rimaste fisicamente staccate dai familiari di riferimento dei pazienti, dai colleghi, dai Servizi Invianti, dalla direzione della Cooperativa.

D’altro canto si è sviluppata la necessità e l’opportunità di ricorrere alla tecnologia per colmare il gap fisico che si è creato. In una sorta di scissione fra corpo e mente, i vari device elettronici e internet, sempre più protesi funzionali del nostro Io, ci hanno infatti permesso di comunicare e continuare a vedere le persone pur da altri luoghi (uffici, case…). Si sono mantenuti i contanti in assenza di contatto fisico.

In tale nuovo e difficile setting, Gavino e Platero, i ciuchini di Villa Bordoni, hanno costituito un’eccezione vitale. La loro fisicità, l’assenza di mascherine e di distanziamento, ha permesso a utenti e operatori di continuare a vivere un’esperienza fisico – sensoriale diretta, viva, im-mediata, squisitamente non verbale e non tecnologica.

Molte le cronache da tutto il mondo che riportavano, nei mesi scorsi, di episodi nei quali gli animali si prendevano alcuni spazi cittadini lasciati liberi, temporaneamente abbandonati dall’essere umano confinato in spazi ben delimitati.

Siamo certi che la relazione uomo – animale ha mitigato le angosce abbandoniche che inevitabilmente un gruppo di lavoro cosi’ complesso ha avvertito durante le settimane di lockdown, quando in Italia si contavano ogni giorno centinaia e centinaia di morti.

 

Massimiliano Testi

Psicologo

http://testimassimiliano.it/

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  1. alehumanitas Aprile 23, 2018 Rispondi

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